Domenica di carta 2022 - Conferenza "Un inedito documento notarile della metà del Trecento: spunti di riflessione sulla circolazione libraria in area padana prima dell’introduzione della stampa"

05/10/2022

Archivio di Stato di Parma - Strada Massimo D'Azeglio 45 - Sala Drei

L’Archivio di Stato di Parma, aderendo al progetto di valorizzazione dell'offerta culturale del Ministero della cultura, Domenica di carta 2022, nell’intento di ampliare la conoscenza dell’Istituto archivistico e di incrementarne la fruizione,

organizza un'apertura straordinaria per domenica 9 ottobre 2022 alle 10.30 in Sala Drei, Archivio di Stato di Parma, Strada Massimo d'Azeglio 45 e propone la conferenza:

Un inedito documento notarile della metà del Trecento:

spunti di riflessione sulla circolazione libraria in area padana prima dell’introduzione della stampa

Relatori:

Federica Dallasta e Gabriele Nori


I due relatori presenteranno i risultati della loro ricerca, in corso di pubblicazione sulla rivista «La bibliofilia», svolta su una pergamena inedita, custodita presso il fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Parma, analizzando l’elenco dei libri appartenuti al conte palatino, diplomatico e dottore in legge Guglielmo Arimondi di Parma (+ 1356), personalità che in passato fu oggetto di studio da parte di alcuni biografi locali, in particolare Ireneo Affò. Guglielmo fu dapprima (1326) vicario del podestà a Treviso, quindi (1339), insieme a Francesco Petrarca, ambasciatore alla corte pontificia di Avignone per conto di Mastino della Scala, signore di Verona.

Arimondi, nel suo testamento, dettato in carcere a Bologna l’11 febbraio 1356 e purtroppo andato perduto, lasciò i suoi libri in eredità in parte al fratello Giovannino, anch’egli dottore in legge, e in parte alle monache del monastero di S. Domenico di Parma. Attorno a questi libri, però, sorse un contenzioso tra le religiose stesse e Giovannino, il quale pretendeva di essere l’unico erede. Si rese necessario, quindi, un nuovo atto notarile, effettivamente rogato a Parma il 12 ottobre 1357, in cui Giovannino dichiara, in concordia con le religiose, di aver ricevuto i testi che erano di suo fratello e riportandone l’elenco dei titoli, affiancati talvolta da alcune precisazioni sul materiale del supporto (carta o pergamena) e sulle dimensioni del volumi.

Il legato di Guglielmo, quindi, rivela solo una parte della biblioteca, ma anche così essa sorprende per la sua ricchezza e fa cogliere la sua specializzazione nei due ambiti del diritto (civile e canonico) e della teologia (Scolastica). Non mancano, poi, testi d’argomento vario: di storia, letteratura, manuali vari e il famoso Ludus scacchorum del domenicano Jacopo da Cessole (seconda metà del XIII secolo-post 1322), composto circa nell’anno 1300.

La biblioteca dimostra com’era la tipica formazione del “doctor utriusque iuris” d’epoca basso-medievale e la centralità dell’Università di Bologna in questo settore di studi. Infatti i numerosi testi che si riferiscono in qualche modo all’entourage bolognese farebbero pensare che il percorso di studi di Guglielmo si fosse compiuto presso l’università felsinea o lo Studium domenicano della stessa città.

Federica Dallasta e Gabriele Nori presenteranno i risultati della loro ricerca, in corso di pubblicazione sulla rivista «La bibliofilia», svolta su una pergamena inedita, custodita presso il fondo Diplomatico dell’Archivio di Stato di Parma, analizzando l’elenco dei libri appartenuti al conte palatino, diplomatico e dottore in legge Guglielmo Arimondi di Parma (+ 1356), personalità che in passato fu oggetto di studio da parte di alcuni biografi locali, in particolare Ireneo Affò. Guglielmo fu dapprima (1326) vicario del podestà a Treviso, quindi (1339), insieme a Francesco Petrarca, ambasciatore alla corte pontificia di Avignone per conto di Mastino della Scala, signore di Verona.

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